mercoledì 12 settembre 2007

come eravamo

Eravamo soli, fidanzatini, primo lavoro, prima università, servizio civile, militare o di partito. Eravamo trent'enni all'arrembaggio di un giovane internet giovane o vent'enni pionieri, di quelli che il 2.0 se lo sono più o meno inventato in gruppo.
Eravamo persi nei fatti nostri, quand'ecco che un gigantesco segnalibro è letteralmente calato dal cielo.
In fondo certe cose lasciano il segno.
Io ero fidanzato, qualche chilo di più sulla pancetta e meno nervoso. Giravo per casa alimentandomi sgraziatamente mentre spingevo igz, il portale creato, gestito e lanciato verso le stelle in tre e poi lasciato cadere ignobilmente.
Nelle mie orecchie giravano speed e techno, toni cyberpunk, gli Aphex Twin e compagnia cantante, anzi sonante. Ritmo e ricerca dati. All'epoca ero discretamente fenomenale. Pescavi i riferimenti su IRC o sulle aziendali Java e ti perdevi in ftp personali, pubblici dove pescavi di tutto e all'epoca, in buona parte, era anche materiale originale. Non che importasse il cosa, ma il come il quando, immerso nel buio di una città che dorme fino alle 7 del mattino. Tempi dilatati, birra, 4 o 5 film di sfondo, un libro a occhi rossi e, come mi ha ricordato qualcuno, le 4 ore di allenamento a Quake che per seccare un ISDN nazionale con un 56K c'era da sudare.
Tutto questo mi è tornato in mente perchè anche qualcun'altro ha pelato il segnalibrone dell'11 Settembre.
Cosa sia cambiato non lo so. In me qualcosa ma non per l'11 Settembre.
Ho sempre saputo che se apri un uomo escono le budella, anche da piccolo,
e ho sempre saputo che i gatti senza il marchio Disney muoiono.
Quello che non conoscevo era la reazione di un mondo mediatizzato a un evento catastrofico di natura violenta ed intenzionale. Un evento sparato nell'etere all'istante, tanto che il secondo aereo l'abbiamo visto in diretta, in molti, che si pensava ancora a un incidente.
Tanto che nel web giravano già immagini di gente sospesa a mezzaria, sorpresa dalla vita, che poco prima era a chattare nel proprio ufficio o a rispondere nello stesso forum dove erano quelli che ora se lo rimiravano, immobile e vivo solo in quei quattro pixel sfocati.
Tanto che l'irritazione dei media è diventato un fattore talmente evidente da aver cambiato in un secondo il tenore delle pubblicità, il modo in cui le leggi assolute vengono proposte e pubblicizzate dalle nazioni, il modo in cui le personalità si promuovono, si difendono dalla folla e la stupiscono.
C'era già, tutto questo, ma è comunque cambiato tutto con quell'emozione.
Quell'emozione che moralmente molti definirebbero sporca, vigliacca. Quella sensazione di straordinario di fronte a cinque mila vittime bruciate, deflagrate, fuse col metallo e dilaniate. Vittime che mediaticamente valgono un'epidemia o una pulizia etnica a testa. Vittime che mediaticamente hanno prodotto un muro di informazioni allucinante: movie reactions, documentari, riunioni, discussioni, complotti, speranze, ennesimi misteri siderali in cui pucciare il cranio.
Dieci guerre assieme non avrebbero potuto tanto, nemmeno nell'era 2.0.
Un momento, immediato, sintetizzabile, in grado di spaventare, esaltare, di essere immortalato nella sua interezza e popolato dalle grida di persone che pensavamo non potessero gridare così. Poteva quasi essere l'inizio di un film di Michael Bay e anche se lo so che si muore tutti e anche se lo so che gli eroi non esistono, probabilmente, l'avrei preferito. A costo di dimenticare quel pomeriggio in cui ho capito perchè mi trovo tanto bene su internet.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

http://video.google.com/videoplay?docid=7866929448192753501

pinko 2.0 ha detto...

ero rimasto alla versione 1 ed ero rimasto piuttosto basito da come l'uomo, con o senza complotti, ne esca comunque malissimo